17 dicembre 2009

FORZE ARMATE PRIVATIZZATE

Tutta la gestione della Difesa passa in mano a una società per azioni. Che spenderà oltre 3 miliardi l'anno agli ordini di La Russa. Così un ministero smette di essere pubblico.
di Gianluca di Feo,

Le forze armate italiane smettono di essere gestite dallo Stato e diventano una società per azioni. Uno scherzo? Un golpe? No: è una legge, che diventerà esecutiva nel giro di poche settimane. La rivoluzione è nascosta tra i cavilli della Finanziaria, che marcia veloce a colpi di fiducia soffocando qualunque dibattito parlamentare. Così, in un assordante silenzio, tutte le spese della Difesa diventeranno un affare privato, nelle mani di un consiglio d'amministrazione e di dirigenti scelti soltanto dal ministro in carica, senza controllo del Parlamento, senza trasparenza. La privatizzazione di un intero ministero passa inosservata mentre introduce un principio senza precedenti. Che pochi parlamentari dell'opposizione leggono chiaramente come la prova generale di un disegno molto più ampio: lo smantellamento dello Stato. "Ora si comincia dalla Difesa, poi si potranno applicare le stesse regole alla Sanità, all'Istruzione, alla Giustizia: non saranno più amministrazione pubblica, ma società d'affari", chiosa il senatore pd Gianpiero Scanu.Stiamo parlando di Difesa Servizi Spa, una creatura fortissimamente voluta da Ignazio La Russa e dal sottosegretario Guido Crosetto: una società per azioni, con le quote interamente in mano al ministero e otto consiglieri d'amministrazione scelti dal ministro, che avrà anche l'ultima parola sulla nomina dei dirigenti. Questa holding potrà spendere ogni anno tra i 3 e i 5 miliardi di euro senza rispondere al Parlamento o ad organismi neutrali. In più si metterà nel portafogli un patrimonio di immobili 'da valorizzare' pari a 4 miliardi. Sono cifre imponenti, un fatturato da multinazionale che passa di colpo dalle regole della pubblica amministrazione a quelle del mondo privato. Ma questa Spa avrà altre prerogative abbastanza singolari. Ed elettrizzanti. Potrà costruire centrali energetiche d'ogni tipo sfuggendo alle autorizzazioni degli enti locali: dal nucleare ai termovalorizzatori, nelle basi e nelle caserme privatizzate sarà possibile piazzare di tutto. Bruciare spazzatura o installare reattori atomici? Signorsì! Segreto militare e interesse economico si sposeranno, cancellando ogni parere delle comunità e ogni ruolo degli enti locali. Comuni, province e regioni resteranno fuori dai reticolati con la scritta 'zona militare', utilizzati in futuro per difendere ricchi business. Infine, la Spa si occuperà di 'sponsorizzazioni'. Altro termine vago. Si useranno caccia, incrociatori e carri armati per fare pubblicità? Qualunque ditta è pronta a investire per comparire sulle ali delle Frecce Tricolori, che finora hanno solo propagandato l'immagine della Nazione. Ma ci saranno consigli per gli acquisti sulle fiancate della nuova portaerei Cavour o sugli stendardi dei reparti che sfilano il 2 giugno in diretta tv?
Lo scippo. Quali saranno i reali poteri della Spa non è chiaro: le regole verranno stabilite da un decreto di La Russa. Perché dopo oltre un anno di dibattiti, il parto è avvenuto con un raid notturno che ha inserito cinque articoletti nella Finanziaria. "In diciotto mesi la maggioranza non ha mai voluto confrontarsi. Noi abbiamo tentato il dialogo fino all'ultimo, loro hanno fatto un blitz per imporre la riforma", spiega Rosa Villecco Calipari, capogruppo Pd in commissione Difesa: "I tagli alla Difesa sono un dato oggettivo, dovevano essere la premessa per cercare punti di convergenza. La tutela dello Stato non può avere differenze politiche, invece la destra ha tenuto una posizione di scontro fino a questo scippo inserito nella Finanziaria".Non si capisce nemmeno quanti soldi verranno manovrati dalla holding. Difesa Servizi gestirà tutte le forniture tranne gli armamenti, che rimarranno nelle competenze degli Stati maggiori. Ma cosa si intende per armamenti? Di sicuro cannoni, missili, caccia e incrociatori. E gli elicotteri? E i camion? E i radar e i sistemi elettronici? Quest'ultima voce ormai rappresenta la fetta più consistente dei bilanci, perché anche il singolo paracadutista si porta addosso una serie di congegni costosissimi. La definizione di questo confine permetterà anche di capire se questa privatizzazione può configurare un futuro ancora più inquietante: una sorta di duopolio bellico. Finmeccanica, holding a controllo statale che ingaggia legioni di ex generali, oggi vende circa il 60 per cento dei sistemi delle forze armate. E a comprarli sarà un'altra spa: due entità alimentate con soldi pubblici che fanno affari privati. Con burattinai politici che ne scelgono gli amministratori. All'orizzonte sembra incarnarsi un mostro a due teste che resuscita gli slogan degli anni Settanta. Ricordate? 'L'imperialismo del complesso industriale-militare'. Un fantasma che improvvisamente si materializza nell'opera del governo Berlusconi


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/forze-armate-e-privatizzate/2117172//0

08 dicembre 2009

SOCIAL PARTY - Lab '48 in festa!


Prima festa organizzata da Lab'48 per festeggiare i tre anni di attvità... non mancare!
Vi aspettiamo numerosi!

13 ottobre 2009

LABORATORIO '48


Quest'anno le riunioni di Lab '48 sono state spostate, causa impegni dei componenti , al Lunedì nel tardo pomeriggio, dalle 18.15 alle 20.00.

Come sempre gli incontri si terranno nella nostra sede di via Romana Aponense 289 ( circolo "Armistizio" del Partito Democratico).

Per contattarci puoi scriverci all'indirizzo mail:
laboratorio48@gmail.com

Oppure ci puoi trovare su facebook digitando seplicemente:
laboratorio '48

23 luglio 2009

PAPI GATE CENSURATO DALLA , SOLITA, INFORMAZIONE DI REGIME...




















Se c'è una cosa che in Italia lascia ancora piuttosto perplessi è la "doppia" informazione di cui godono i cittadini della penisola.

Siamo difatti da qualche anno di fronte ad un fenomeno anomalo, tutto italiano , ossia la compresenza di cittadini informati (tramite la rete, e qualche quotidiano ancora libero) da una parte, e cittadini che non hanno idea di cosa stia succedendo in Italia ( la maggiornaza, ossia quella parte che ricorre all'informazione proveniente dalla televisione)dall'altra.
Pochi, infatti, sono venuti al corrente del contenuto delle registrazioni eseguite dalla escort Patrizia D'addario impegnata in un "colloquio" piuttosto hot con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. (PER LEGGERE I DETTAGLI DIGITARE IL SEGUENTE LINK: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/intercettazioni/2104824

I nastri , pubblicati in Italia solamente da Espresso e ripresi da Repubblica, stanno facendo letteralmente il giro del mondo tra lo stupore e lo sconcerto globale.
In Italia, invece, si assiste come sempre alla solita censura da parte di RAi e Mediaset, con il risultato che lo scandalo sessuale ribattezzato come PAPI GATE, tarda ad esplodere, se esploderà...
L'opposizione, nel frattempo, chiede spiegazioni ma riceve in cambio solo gli sfottò e le spallucce dei "lacchè dell'imperatore", Ghedini e Gasparri in testa.
E pensare che era tutto nato dalla denuncia del ciarpame senza pudore della moglie..immidiatamente derubricato da Minzolini e colleghi
Di seguito riporto il servizio di Repubblica del 22 luglio a riguardo:

Nuovi nastri Berlusconi-D'Addario
scontro al Senato, slittano le mozioni Pd
di MAURO FAVALE

ROMA - Non sono finite le registrazioni delle conversazioni tra Silvio Berlusconi e Patrizia D'Addario: altre quattro vengono pubblicate sul sito internet de L'Espresso e di Repubblica. Una nuova puntata che arriva il giorno in cui, per la prima volta, la vicenda che coinvolge da tre mesi il Presidente del Consiglio approda nell'aula del Senato con la discussione sulla calendarizzazione delle mozioni Pd sui comportamenti di Silvio Berlusconi.

Paolo Gentiloni (Pd) legge negli audio "la smentita alla versione fornita dal premier" e Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e avvocato di Berlusconi ribatte: "Vi è stata un'unica indicazione prospettata da Berlusconi sulla D'Addario: "Non ne ho alcun ricordo. Ne ignoravo il nome e non avevo in mente il viso"". Ghedini, però, stavolta non si arrocca sulla falsità dei nastri. "E' facile manipolarli" ma la pubblicazione, "se fossero veri, sarebbe comunque illecita". Il portavoce del premier, Paolo Bonaiuti, denuncia "la politica e l'informazione fatte dal buco della serratura". E Tarak Ben Ammar, finanziere franco-tunisino, membro del Cda di Mediobanca e amico personale di Berlusconi intravede, nella pubblicazione delle conversazioni "un attacco all'Italia".

Al Senato, invece, è tutto rimandato a settembre. Perché, per discutere in Parlamento delle conseguenze dei comportamenti privati di Berlusconi "c'è tutto il tempo", dice un raggiante Maurizio Gasparri. Com'era prevedibile il Senato decide di "stralciare" le due mozioni presentate dal Pd con votazione a maggioranza. "Una forzatura", dicono dai banchi dell'opposizione che, compatta (Pd, Udc e Idv), vota contro la proposta di Pdl e Lega. "Solo un patto tra gentiluomini che i democratici non hanno rispettato", chiosa il vicecapogruppo Pdl Gaetano Quagliariello. "Avevamo permesso al Pd - continua - di calendarizzare una discussione sul G8 due settimane fa, senza leggere i testi delle mozioni. Loro hanno voluto presentarne due che non avevano un collegamento attinente e sono venuti meno al gentlemen's agreement".

"Non è vero - risponde la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro - nessuna scorrettezza. Le nostre mozioni erano attinenti: riguardano la sicurezza nazionale messa a rischio dai comportamenti del premier. I giornali internazionali si sono occupati dei temi trattati nella mozione nel periodo antecedente al G8. Il tutto riguardava il G8 che si è svolto in Italia".

La maggioranza non sente ragioni. In aula l'ordine di scuderia è quello di concedere lo stretto indispensabile all'opposizione. Quagliariello fa segno a Federico Bricolo, capogruppo della Lega di "tenere i toni bassi".

Ma ormai la discussione è aperta e per oltre mezz'ora, a Palazzo Madama, la tensione è alta e le parole pesantissime. "E' stato travolto ogni limite, non c'è più misura - si lamenta Luigi Zanda, vicecapogruppo democratico - sono emersi così tanti e così smodati eccessi che i comportamenti privati hanno finito col condizionare lo stesso funzionamento delle istituzioni".

Udc e Idv accusano la maggioranza di "aver paura di discutere di questi argomenti". "Nessun timore - risponde il capo dei senatori Pdl - ma vogliamo avere anche noi la possibilità di presentare mozioni: ci sono numerosi problemi dentro al Pd, dalla sanità pugliese alla questione morale segnalata dal senatore democratico Ignazio Marino".

Poi un botta e risposta velenoso con Zanda: "So che il senatore Zanda - afferma Gasparri - è un vecchio sodale di alcuni gruppi editoriali perché quando è morto Caracciolo (che fu presidente onorario del gruppo L'Espresso, ndr) ho scoperto che vive in una casa che gli ha regalato Caracciolo. Beato lui". Zanda replica: "Non ho intenzione di rispondere ai suoi insulti. Ma, per onore della verità, ci tengo a chiarire che in tutta la mia vita non ho mai ricevuto in eredità nessuna proprietà immobiliare".

01 luglio 2009

QUANDO PURE LA MEMORIA CADE IN PRESCRIZIONE..



Innanzitutto vorrei iniziare chiedendo scusa per la prolungata latitanza del blog.
Il mese e mezzo appena trascorso è stato molto lungo ed intenso, caratterizzato da una campagna elettorale che alla fine ci ha visti premiati e contenti. Come molti ormai già sapranno siamo stati eletti in consiglio di quartiere (Marco Concolato è la quinta persona più votata con 175 preferenze).
Di questo risultato non smetteremo mai di ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto e incoraggiato da inizio campagna, ormai più di due mesi fa, fino ad oggi.

Il fatto che il blog sia stato tracurato in questo periodo non sta a significare che ci siamo dimenticati delle vicende riguardanti la politica nazionale.
Non è, infatti, passata inosservata l'ennesima proposta lanciata da parte di "Berlusconi e soci" di mettere il bavaglio alla libera informazione che circola on line.

Per capire a cosa mi riferisco, ossia alla proposta di legge relativa all'introduzione del "diritto all'oblio" presentata dall' on. leghista Carolina Lussana, rimando ad un utile riflessione di un professionista dell' argomento: l'avv.
Antonello Tomanelli.

L'articolo integrale lo potete trovare alla pagina:
http://www.difesadellinformazione.com/ultime_notizie/132/internet-e-diritto-all-oblio-quando-la-memoria-cade-in-prescrizione/

" Il generale Rafael Videla, capo della giunta militare che governò l’Argentina tra il 1976 e il 1981, amava ripetere che “la memoria è sovversiva”. Il senso della frase è che niente che possa nuocere al Potere va ricordato. In un’ottica opposta, Roberto Scarpinato, magistrato antimafia della procura di Palermo, dice che “la memoria è come un indice puntato contro i crimini del Potere”.

Carolina Lussana, deputata della Lega, ha fatto propria la tesi del dittatore argentino presentando alla Camera dei Deputati il disegno di legge n. 2455, che vuole regolamentare il cosiddetto “diritto all’oblìo” su internet. Un disegno di legge che impedirebbe di mantenere in Rete, decorso un certo periodo di tempo, informazioni su persone che in precedenza hanno avuto guai con la Giustizia.

Molto sinteticamente, il diritto all’oblìo, creato da quella giurisprudenza degli anni ’70, attentissima ai diritti della persona, che lo collocò tra i diritti inviolabili di cui all’art. 2 Cost., è il diritto di ognuno a non vedere riproposti al pubblico fatti propri che in passato furono oggetto di cronaca. A volte è sufficiente una singola pubblicazione perché una notizia venga acquisita con completezza dalla collettività. Altre volte sono necessari approfondimenti, che fanno sì che la notizia perduri nel tempo. In ogni caso, a partire dal momento in cui il fatto è acquisito nella sua interezza, l’interesse pubblico alla sua riproposizione va scemando fino a scomparire, come se diventasse un fatto privato, e sorge il presupposto del diritto all’oblìo.

Una tutela sacrosanta. Ma che, per ovvi motivi, riguarda il “cittadino X”, il tossicodipendente che per procurarsi la dose rapinò la bottega, o l’anonimo funzionario che si fece corrompere per coprire un abuso edilizio. Non certo il politico di lungo corso, quello il cui rapporto con la collettività perdura nel tempo e che sarà sempre attenzionato dall’opinione pubblica, anche per ciò che riguarda il passato.

Ebbene, il disegno di legge presentato dalla deputata Lussana cancella questo principio. Detta una normativa generale sui termini massimi di permanenza in Rete della notizia di un procedimento penale a carico di chicchessia, pena una sanzione amministrativa da 5.000 a 100.000 Euro ai danni del proprietario del sito. I termini variano a seconda che si tratti di assoluzione o archiviazione (un anno), di amnistia o prescrizione (due anni), di una condanna definitiva. In quest’ultimo caso, i termini sono maggiori e dipendono unicamente dall’entità della pena inflitta con la sentenza di condanna. Ma, cosa più importante, non si guarda all’autore del fatto. La normativa riguarda tanto il pastore che uccide per riprendersi la pecora quanto il presidente del Consiglio."

05 giugno 2009

SABATO E DOMENICA ELEZIONI AMMINISTRATIVE A PADOVA!!


Siamo ormai arrivati agli sgoccioli di una campagna elettorale lunga e tesissima.
Questo mese e mezzo appena trascorso ha visto la partecipazione di molte persone, i ragazzi di Laboratorio '48, i giovani del quartiere,tutti impegnati insieme per provare a dare voce a quella componente che viene messa o si fa mettere troppo spesso in disparte,
il mondo giovanile.

Dopo aver volantinato casa per casa ,mandato messaggi, fatto chiamate, organizzato iniziative ora, probabilmente molta gente sa che c'è qualcuno, il sottoscritto, che si candida per provare a portare nuove idee, nuove proposte, nuove energie ad un consiglio di quartiere fin troppo "maturo".
Quello che ci siamo messi in testa è, ormai da un bel pò di tempo, è che dare una rinfrescata al quartiere è ormai diventato una necessità!
Sin dall'inizio di campagna mi son presentato per quello che sono , anteponendo la faccia ed il mio curriculum personale (gli intensissimi tre anni con laboratorio '48 ed il centro sociale "Armistizio") a proclami e promesse perchè la politica, nel mio modo di vedere le cose, va fatta così.
La politica necessità, appunto di meno parole e più fatti, concretezza, partecipazione e voglia di fare.

Come molti già sapranno, mi presento in una lista del Partito Democratico, quindi appoggio Zanonato, ma non ho nessuna tessera di partito.. cosa che mi permette di muovermi secondo la mia coscienza personale.. di cittadino, studente e lavoratore!

Probabilmente i dubbi maggiori che assillano i miei coetanei riguardo alla mia candidatura riguardano gli effettivi poteri di un consiglio di quartiere.
Invece è proprio qui che ci si sbaglia. Il quartiere, oltre a rivestire un ruolo importantissimo nel collegare isituzioni e cittadini, ha poteri davvero non indifferenti.
Forse son in pochi a sapere che i quartieri hanno la completa autonomia su un bilancio annuo di un milione di euro?
Solo questo serve a dimostrare che non stiamo perlando di un ente inutile e privo di significato, anzi.

Mi permetto di esprimere la mia opinione anche sul rinnovo del Consiglio comunale, perchè anche qui siamo impegnati in una battaglia durissima.
Non mi soffermo ad elencare i motivi per cui Flavio Zanonato merita di esser riconfermato. Lo sviluppo di Padova nei cinque anni appena trascorsi si commenta da solo.
Quello di cui voglio parlare è il modello di città che propone il centro- destra.
In Veneto le giunte capitanate da PDL- Lega Nord ci offrono diversi esempi di quello di cui sto parlando.
Penso a Verona, Treviso, Cittadella. Città dormitorio, dove le attrattive per i giovani sono ridotte, e persino una panchina piazzata in un parchetto o un bongo suonato alle dieci di sera sono vissute come un pericolo sociale e di ordine pubblico.
La linea Zanonato in tema di sicurezza, una linea che riesce a combinare rispetto della legalità, solidarietà , ricerca dell'integrazione , sta dimostrando di esser una linea vincente riusciendo, allo stesso tempo,a garantire quegli spazi di socialità di cui i cittadini hanno bisogno per vivere, e far vivere, la città.

Per chi non avesse ancora avuto l'occasione di vederlo, di seguito presento alcuni punti per cui mi impegnerò in quartiere in caso di elezione.

PROGRAMMA:
Nuovi spazi aggregativi per i giovani e miglioramento di quelli già esistenti

Diffusione capillare di connessioni internet a banda larga (WIFI, ADSL)

Introduzione del sistema di raccolta differenziata porta a porta

Istituzione di un forum con cadenza bimestrale per recepire idee, preoccupazioni, proposte dal mondo giovanile

Agevolazioni e maggiori opportunità per gli under 30 (convenzioni con esercizi pubblici, iniziative culturali gratuite, gite a prezzi ridotti)

Avvicinamento del cittadino alle istituzioni, trasparenza nelle attività e snellimento della burocrazia con la creazione del sito web del consiglio di quartiere

Apertura del centro civico presso centro commerciale il borgo e potenziamento della biblioteca di quartiere

Potenziamento dei percorsi piedi-bus per tutte le scuole materne ed elementari


Ricordo che la scheda in cui bisogna barrare il simbolo del Partito Democratico, e scrivere CONCOLATO è quella di colore rosa.
Ora non resta che incrociare le dita e aspettare fino a Lunedì.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto e quelli che continueranno a farlo nelle prossime ore.

Rinnovo l'invito, per chi non ne fosse già al corrente, all'aperitivo che abbiamo organizzato per oggi pomeriggio, presso la sede del Partito Democratico di Mandria alle ore 18.30, per la chiusura della campagna elettorale.

Marco Concolato

22 maggio 2009

FINALMENTE QUALCUNO TIRA FUORI L'EMERGENZA... DEMOCRATICA!!!


Nichi Vendola, leader di Sinistra e Libertà, torna a chiedere, con una lettera personale inviata oggi a tutti i leader dei partiti d'opposizione presenti o meno nel Parlamento italiano, un vertice immediato di tutte le forze d'opposizione per coordinare un'iniziativa comune di fronte alla gravissima situazione che si è creata dopo la sentenza Mills e le ultime dichiarazioni del presidente del consiglio.
La lettera è stata inviata a Pierfedinando Casini e Lorenzo Cesa (Udc), Flavia D'Angeli (Sc), Antonio Di Pietro (Idv), Oliviero Diliberto (PdCI), Marco Ferrando (Pcl), Paolo Ferrero (Prc), Dario Franceschini (Pd), Marco Pannella (Pr), Luciana Sbarbati (Mre):


Carissime e carissimi,
vi sono molti, troppi, inquietanti segnali che indicano che il nostro Paese sta attraversando una fase particolare, e per molti versi originale, nella quale il sistema democratico che tutti noi abbiamo conosciuto e nel quale abbiamo vissuto e operato è messo a serio rischio.
Sta crescendo nel nostro Paese una vera e propria emergenza democratica rispetto alla quale tutti noi abbiamo il dovere e la necessità di reagire in modo adeguato e tempestivo.
Per questa ragione mi assumo la responsabilità di scrivervi e di proporvi un incontro a brevissimo termine per assumere assieme le iniziative adeguate, come compete ad un’opposizione parlamentare ed extraparlamentare, come è la forza politica cui appartengo, non certo per sua scelta.
Conviene evitare paragoni con il passato, sempre difficilmente proponibili, ma certamente abbiamo avuto modo, e con noi le italiane e gli italiani, di cogliere nei recenti comportamenti della maggioranza, del governo e segnatamente del Presidente del Consiglio, atteggiamenti, comportamenti, dichiarazioni e atti che entrano in collisione con le regole più elementari di una repubblica democratica e parlamentare.
Non credo sia sfuggito a nessuno il carattere ricattatorio del discorso pronunciato da Silvio Berlusconi di fronte all’assemblea di Confindustria. Un Presidente del Consiglio che controlla direttamente o indirettamente quasi l’intero sistema mediatico minaccia di rivolgersi direttamente al popolo per sovvertire gli assetti costituzionali aggirando o, peggio, ignorando con esplicito disprezzo il Parlamento.
Questo atteggiamento arrogante e, temo, non privo di venature eversive era già evidente nella vicenda apertasi con la sentenza sul caso Mills. Siamo di fronte ad un assurdo: chi è stato destinatario di un atto di corruzione viene condannato dalla Magistratura, mentre il suo eventuale corruttore è protetto da una legge vigente, contro la quale l’opposizione si è fortemente battuta, che lo sottrae a qualunque tipo di giudizio. Non compete a noi entrare nel merito della vicenda giudiziaria. Così come il Presidente del Consiglio non dovrebbe abbandonarsi ad una pubblica sequela di insulti rivolti alla Magistratura giudicante in ragione di una sua presunta intenzione persecutoria motivata addirittura da una altrettanto presunta collocazione politica dei singoli magistrati.
Ma noi non possiamo assistere impassibili ad una nuova recrudescenza di dichiarazioni e atti che mirano a sottoporre la Magistratura sotto il controllo politico dell’Esecutivo, stravolgendo l’equilibrio dei poteri di uno stato democratico e la sua Costituzione.
E’ da notare come tali comportamenti costituiscano di per sé un motivo di uno scontro ora strisciante, ora esplosivo con le più alte cariche dello stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica, i cui ripetuti, ponderati e preziosi interventi a tutela degli equilibri istituzionali e della nostra Costituzione sono stati disattesi e persino svillaneggiati dal Presidente del Consiglio.
La stessa vicenda della oscura relazione tra il presidente del consiglio e la famiglia Letizia non può essere confinata nella sfera del privato, il confine tra pubblico e privato essendo, come segnalano tutti i migliori studiosi delle moderne democrazie, diverso per chi ricopre cariche istituzionali e per il comune cittadino. E di fronte a denunce che partono dagli stessi famigliari del presidente del Consiglio, non credo si possa tacciare di indebita invasione nel privato la richiesta formale di pubblici chiarimenti da parte di chi un ruolo pubblico riveste.
La mia elencazione potrebbe continuare ma sarebbe superflua poiché già così la misura appare colma.
Ad un’emergenza democratica si deve rispondere con un’eccezionale sussulto democratico nel Paese e nelle istituzioni.
Non credo che il Parlamento possa limitarsi ad attendere che il Presidente del Consiglio decida, a seconda dei suoi desideri e delle sue convenienze, se presentarsi di fronte ad esso o meno. L’opposizione parlamentare è in possesso di precisi strumenti regolamentari per giungere, nel modo e nelle forme opportune, a un dibattito parlamentare la cui urgenza mi sembra ormai massima.
Per questo mi rivolgo a Voi, pur in un momento come l’attuale che ci vede in competizione nella campagna elettorale per le elezioni dei parlamento europeo e di molti consigli provinciali e comunali.
L’imminente confronto elettorale non può fare venire meno, neppure per un attimo, il nostro senso di responsabilità verso la Costituzione italiana e l’ordinamento democratico dell’Italia.
Mi auguro quindi che vogliate concordare con la necessità di un’immediata riunione di tutte le forze dell’opposizione, presenti o no nell’attuale Parlamento, per concordare e assumere tutte le iniziative unitarie, nel Parlamento italiano e in quello europeo, nelle Istituzioni locali, nella società civile per fare uscire il nostro Paese indenne dall’attuale emergenza democratica che lo investe.
In attesa di un Vostro tempestivo cenno di riscontro, Vi saluto augurando a tutti noi un presente e un futuro di democrazia e libertà.